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al testo di Ippolita Luzzo
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IL nostro bondage quotidiano
Il nostro bondage quotidiano è fatto di una sottomissione continua a gesti impercettibili A frasi innocue a richieste innocenti I nostri conviventi ci propinano il telegiornale ad alto volume ed in silenzio perfetto all’ora di pranzo e cena I nostri piccoli ci subissano di –Questo non lo voglio, questo non mi piace- Facciamo sempre gesti sbagliati e poi taciamo per non essere tacciate di essere isteriche, imprevedibili, ingestibili. Pazze IL NOSTRO BONDAGE QUOTIDIANO POI PROSEGUE CON LO STILLICIDIO SUI NOSTRI CONTI IN BANCA, CON IL CONTROLLO SULLE SPESE Mentre i nostri cari cambiano allegramente automobile e orologi Prosegue e si allarga il contratto di sottomissione con pratiche raffinate,rimproveri su tutto, sul modo di camminare al modo di parlare, sul modo di ridere e sul tuo piagnisteo. Si perpetua poi il giro allontanando i familiari, allontanando amici e conoscenze ,così da non avere la terra sotto i piedi Ma ancora non siamo al top, dobbiamo vederli sempre muti, sempre col muso e insofferenti Perché il silenzio urli tutto il loro disprezzo verso l’essere vivente che ciondola per caso Se poi vi aggiungiamo anche il bondage vero io credo che un bel salto dal più alto grattacielo sia meglio che restare a leggere questa estate un libro canaglia che offende tutte le donne Che offende tutti gli uomini Con la sottomissione alla legge di mercato Che ci fa leggere anche la cacca putrefatta regalandoci un bondage vero, fatto di miserie e di necessità, fatto di meschinità e di cattiveria pura Perdonatemi se non mi accodo al coro plaudente di chi legge soltanto i libri per l’estate, di chi non legge mai sui volti di noi tutti il bondage lungo e continuato della sopportazione Di lei o lui con l’altro per strada e in cucina al cinema o al mercato in ospedale o in carcere, con la noia e la sofferenza di un tedio senza sorrisi, di un corpo dilatato oppure risecchito E vuole trasformare anche il letto in un letto d’officina,con pinze e con tenaglie, con corde e con divaricatori, con qualche sculacciata nemmeno Procuste era arrivato a tanto … lui solo accorciava chi andava fuori dalle sponde, qui ci appendono tutti e poi avrem l’orgasmo! Dalla lettura di cento sfumature di grigio… Articoli sul mio blog Ippolita la regina della litweb su google |
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